Giuseppe Sbriglio

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LAVORO. PARTIAMO DALLE MISURE CONCRETE

Nella patria del design, per il designer ancora non esiste una categoria definita che lo rappresenti.

È singolare che proprio nel nostro territorio, che da sempre si contraddistingue per le qualità dei suoi prodotti di disegno industriale, ed in particolare di progettazione di veicoli, l’attività di coloro che contribuiscono a questa eccellenza non sia adeguatamente riconosciuta.

Spesso il designer viene identificato con la professione dell’architetto, del quale in effetti condivide molte aspetti lavorativi. Tuttavia, mentre l’architetto gode dei benefici propri di una specifica categoria professionale, grazie alla quale esso viene tutelato anche ai fini previdenziali,  la professione del designer non è riconosciuta.

Per garantire anche ai lavoratori che operano nel settore del Transportation Design i diritti di cui godono le altre categorie è necessario creare un registro a loro dedicato.

Un Albo al quale possano accedere, previo accertamento dei requisiti a garanzia della massima professionalità degli operatori iscritti, tutte le imprese artigiane piemontesi già operanti o di nuova costituzione.

La Regione Piemonte dovrebbe poi occuparsi dell’organizzazione di eventi e manifestazioni fieristiche finalizzate alla promozione dell’attività dei designer piemontesi in Italia e all’estero, nonché impegnarsi per garantire alle imprese iscritte all’Albo l’accesso a tutte le forme di credito previste in materia di artigianato.

L’istituzione di un Albo regionale delle imprese artigiane dei designer per la mobilità potrebbe quindi essere un primo contributo concreto per il rilancio del lavoro in Piemonte, a partire da un’eccellenza che contraddistingue soprattutto il nostro territorio.

Per questo motivo ho già pronta una proposta di legge – di seguito allegata – che intendo presentare in Consiglio Regionale.

Giuseppe Sbriglio

 

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Proposta di legge

 Istituzione dell'Albo regionale delle imprese artigiane dei designer per la mobilità.

 

Art. 1

(Istituzione dell'Albo regionale dei designer per la mobilità)

1) La Regione Piemonte, in attuazione dell'articolo 5 dello Statuto regionale (Sviluppo economico e sociale) e della Legge regionale 14 gennaio 2009 n.1 (Testo Unico in materia di artigianato) istituisce l'albo regionale dei designer per la mobilità.

 

Art. 2

(Destinatari)

1) All'albo possono iscriversi le imprese artigiane che operano sul territorio regionale iscritte presso le locali Camere di commercio e quelle di nuova costituzione a condizione che abbiano i requisiti tecnici ed organizzativi richiesti da un apposito disciplinare che dovrà essere redatto.

2) A tale scopo la Regione Piemonte con l'Unione Regionale delle Camere di Commercio del Piemonte provvede ad istituire corsi di verifica professionale volti a garantire la professionalità di tutti coloro che aspirano ad iscriversi all’Albo.

 

Art. 3

(Tenuta dell'albo regionale dei designer per la mobilità)

1) La tenuta dell'albo regionale  è devoluta all'Unione Regionale delle Camere di Commercio del Piemonte cui spettano anche le connesse funzioni di vigilanza, così come previste dal capo terzo, articolo 33 e seguenti del Testo Unico della Regione Piemonte sull'artigianato 14 gennaio 2009, n. 1, circa la tutela delle imprese artigiane dalle forme di lavoro abusivo.

 

Art.4

( Manifestazione fieristica)

1) La Regione Piemonte si impegna a contribuire affinché venga svolto annualmente un Salone Internazionale degli operatori del design per la mobilità.

 

Art. 5

(Accesso al credito)

1) La Regione Piemonte garantisce l'accesso alle forme di credito, di cui al T.U. 14 gennaio 2009, n. 1, alle imprese  regolarmente iscritte all'albo.

 

Art. 6

(Regolamento di attuazione)

1) Il regolamento di esecuzione dovrà essere approvato non oltre i sei mesi dall'approvazione della legge.

 

Art. 7

(Individuazione delle risorse finanziarie)

1) Le risorse finanziare sono rappresentate da quelle individuate dagli articoli 3, 7 e 41 del T.U. 14 gennaio 2009 n. 1. 

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INTERVENTO DI SBRIGLIO IN SALA ROSSA SUL GESTACCIO DEL SINDACO

«Confesso di essere imbarazzato ad intervenire in un tema così lungamente discusso mediaticamente, ma credo che abbia l’obbligo di farlo, perché io c’ero.

“Io c’ero”, come la maglietta che conservo gelosamente, presa il giorno dell’Orgoglio Granata dei cinquantamila.

Io sono testimone oculare e devo dire che forse il Sindaco ha sbagliato ad andare alla manifestazione, questo lo dico da tifoso granata. Egli ha sbagliato, se l’epilogo è stato poi ingiuriare il Sacro Tempio Granata.

È vero che erano poi solo una quarantina le persone che lo insultavano, su centinaia di tifosi ai quali la presenza del Sindaco non turbava, e che magari erano anche contenti della sua partecipazione. Ma in fondo c’era da aspettarsi che scappasse qualche insulto.

Perché se il Sindaco, non è riuscito a cambiare il mondo del calcio da Ministro della Giustizia, non poteva di certo pensare di farlo quel giorno.

Se l’è cavata bene scherzando con quel signore ubriaco che saliva sul palco, ma poi è degenerato tutto. Allora il Primo Cittadino non doveva reagire ma far finta di nulla, non doveva rispondere da ultras.

L’acqua, la birra e il lancio di terra sono arrivati dopo, non prima del famigerato gesto.

Vorrei ricordare che dire che Fassino è il Sindaco che ricostruirà il Filadelfia non è corretto: i 3 milioni e mezzo per il Fila sono soldi privati che arrivano dagli oneri di urbanizzazione, quindi la città li sta restituendo per la giusta destinazione.

Lo stadio si ricostruisce perché la Giunta Chiamparino ci ha lavorato.

I terreni del Filadelfia erano privati e in questi numerosi anni sono state compiute lunghe trattative affinché i privati scegliessero di scambiare questi terreni con altri della città, per poi realizzare le varianti.

Il Fila si fa perché la Giunta Chiamparino ha tolto le ipoteche su quei terreni che erano di Cimminelli, Ergom e Recchi.

La Giunta Chiamparino ha fatto partire in tempo la Fondazione.

Si sono persi poi oltre due anni con nomine di presidenti sbagliate: prima è stato nominato Chiabrera, poi Zunino. In seguito si è tentato con Zaccarelli, Mondonico e Pecci, che hanno rifiutato e finalmente si è giunti alla nomina di Salvadori, persona capace e amata.

Quindi è anche sbagliato dire, sotto elezioni, che il “Sindaco gobbo ricostruisce lo Stadio” perché, ripeto, i soldi impiegati sono solo la restituzione di denaro privato destinato a quell’opera.

Il Sindaco ha fatto un bel gesto inviando la lettera alla Lega Calcio per chiedere di spostare la partita, chieda scusa alla memoria del Grande Torino e il popolo granata perdonerà.

Poi, per aver negato il gesto prima che Bertola pubblicasse il video che lo provava, giudicherà la responsabilità politica.»

Giuseppe Sbriglio

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Visti i recenti gravissimi disordini, avvenuti in occasione della finale di Coppa Italia Fiorentina – Napoli, una riflessione sul tema della sicurezza in occasione degli eventi calcistici è doverosa.
Ogni anno, i servizi di ordine pubblico fuori dagli stadi costano ai contribuenti centinaia di milioni di euro. 

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Ciascuna partita richiede l’impiego straordinario di centinaia di donne e uomini appartenenti alle diverse forze dell’ordine – impegnati in servizi di ordine pubblico, viabilità e controlli commerciali – le cui prestazioni essenziali vengono remunerate dallo Stato e non è corretto imporre che tutto l’onere della gestione di una manifestazione calcistica ricada sulla collettività.

Sarebbe il caso che anche l’Italia si adeguasse ai modelli efficienti adottati da altre nazioni quali Gran Bretagna o Germania, dove i costi per l’ordine pubblico sono a carico delle Società che organizzano l’evento.

Il denaro risparmiato potrebbe così essere investito per migliorare le dotazioni degli agenti di polizia che si trovano spesso a svolgere i propri compiti di sicurezza in condizioni disagevoli, con mezzi spesso inadeguati.

Una parte dei risparmi potrebbe essere inoltre reindirizzata verso quei settori di pubblica utilità che risultano maggiormente carenti, primo fra tutti quello della Sanità.

In un momento di crisi tanto sentita, in cui innumerevoli servizi essenziali vengono sacrificati tutti i giorni per mancanza di fondi, l’Amministrazione Pubblica non può più permettersi di rimandare la discussione di un tema così attuale.

Giuseppe Sbriglio

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Estendere l'eccellenza torinese dell'ospedalizzazione a domicilio

L’ospedalizzazione domiciliare consiste nel seguire direttamente presso le proprie abitazioni,  a seguito di una valutazione specifica da parte del personale medico, pazienti bisognosi di prestazioni particolarmente complesse tali da richiedere cure di livello ospedaliero.

 

Per accedere a questo servizio, occorre soddisfare pochi ma indispensabili requisiti, come la presenza di un supporto adeguato di famigliari ed il domicilio nell’area di competenza del servizio ma, a fronte di queste limitate condizioni, i benefici riscontrabili sono sostanziali.

Uno degli aspetti di maggiore importanza è che il paziente ricoverato nel proprio ambiente familiare manifesta minori sintomi depressivi ed una riduzione dello stress. Un paziente curato a casa propria reagirà indubbiamente meglio di uno costretto a vivere in un ambiente estraneo, come un reparto ospedaliero o una casa di cura.

La Sanità non si deve occupare solo di “curare” il malato, ma anche di migliorarne il più possibile la qualità della vita, pertanto è essenziale favorire lo sviluppo di un’iniziativa così lodevole.

 

I vantaggi del curare le persone presso il proprio domicilio, inoltre, non si esauriscono in un miglioramento del benessere del paziente. L’ospedalizzazione domiciliare garantisce anche una maggiore disponibilità di posti letto negli ospedali, per le emergenze e i ricoveri inevitabili.

Essa non comporta alcun aumento dei costi, bensì un risparmio (nell’ultimo anno circa 4 milioni di euro).

Meno costi, un servizio migliore.

 

Torino si è sempre distinta per le proprie eccellenze in ambito sanitario ed in effetti gli ospedali Molinette e Regina Margherita di Torino sono gli unici in Italia a vantare reparti specializzati in prestazioni così all’avanguardia. Tuttavia, attualmente il servizio non copre tutta la città, negando di fatto l’accesso alle cure domiciliari ai cittadini che risiedono al di fuori della zona sud.

E' fondamentale pertanto rendere l’ospedalizzazione domiciliare fruibile a tutti i cittadini, e possibilmente estendere questo tipo di cure anche alle altre realtà del Piemonte.

Giuseppe Sbriglio

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Sbriglio: "Multe a Torino, talvolta illegittime"

Sconto-sulle-multe“Sulle multe, il Comune di Torino sta prendendo una posizione eccessiva, che penalizza gli automobilisti”. Giuseppe Sbriglio, consigliere comunale e candidato in Regione nella lista Chiamparino per il Piemonte, solleva molte perplessità sul sistema sanzionatorio dell’amministrazione comunale, che “talvolta, ma soprattutto negli ultimi anni sta dimostrando una lotta all’automobilista che va persino oltre la volontà del legislatore”.

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